Giorgio Fuà è stato uno degli anconetani più illustri del secolo scorso, un economista che ha raggiunto i più alti livelli della comunità scientifica e che ha dato un contributo fondamentale alla comprensione del contesto economico e sociale marchigiano.
Lo sviluppo studiato dalla “scuola di Ancona”, di cui Fuà è considerato “maestro”, ha caratterizzato una stagione ancora positiva per l’economia italiana, di grande crescita di imprenditorialità, che, per Fuà, resta un modello anche per il futuro e che non a caso ha caratterizzato l’impegno prioritario di tutta la sua vita di docente: aiutare a formare e a far crescere un capitale umano in grado di prevedere e impegnarsi per realizzare al meglio la propria futura attività lavorativa. Da questo punto di vista, l’ideale sintesi di sapere e di fare che Fuà attribuiva alla “formazione” di futuri imprenditori resta ancor oggi il modello giusto per il necessario successo del meglio dell’industria italiana. Una della qualità irrinunciabili di un imprenditore, secondo Giorgio Fuà, è quella di avere il compito di dare un senso al lavoro degli uomini e non la semplice “scommessa del profitto”. Fondamentale è stato basare l’impresa sulla tradizione rurale e i suoi valori: il risparmio, l’attenzione agli sprechi, la fiducia, il rispetto verso le altre persone. Questi valori applicati all’impresa hanno prodotto grandi risultati, dando vita a un clima di lavoro in cui le persone non si sentono obbligate a lavorare, ma sono spinte a realizzare progetti.
Giorgio Fuà nasce ad Ancona il 19 maggio 1919, in una famiglia ebraica di Ancona, di estrazione borghese, frequenta le scuole nel capoluogo per proseguire alla Scuola Normale di Pisa. Il nonno Geremia Fuà, svolge la professione di medico, che viene seguita anche dal padre, Riccardo Fuà, che studia a Bologna per proseguire poi a Vienna e a Berlino, dove esercita. Riesce a conseguire la laurea all’Università di Pisa in scienze politiche, ma non a concludere gli studi, costretto a lasciare a causa delle leggi razziali, perché ebreo. Fugge in svizzera dove, nel 1940, consegue il Doctorat en Droit - Mention en economie e politiche all’Università di Losanna. Dal 1941 inizia a lavorare per Adriano Olivetti e nel 1945 si sposa con Erika Rosenthal. La coppia attraversa le fasi cruciali del Novecento, dalle leggi razziali, al campo di concentramento, dove nasce il primo dei loro 3 figli, agli anni della collaborazione con Adriano Olivetti a Ivrea. Qui Erika assunta nella segreteria della Editrice Nuove Edizioni, conosce il futuro marito, teorico del ‘modello marchigiano di sviluppo’ e collaboratore anche di Enrico Mattei all’ENI. Una vita “piena e felice”, scriverà Fuà, che Erika Rosenthal ha ripercorso in un libro di memoria, “Fuga a due”, pubblicato dal Mulino.
Erika nasce a Vienna nel 1919 da genitori ebrei, vive a Teheran e a Milano, dove si laurea in lingue straniere. Alla Olivetti l’incontro con Fuà, con il quale si sposerà nel 1945, matrimonio celebrato dal rabbino Elio Toaff. L’armistizio sorprende la coppia ad Ancona. Per un breve periodo, dal 1947 al 1950, Fuà ritorna all’università di Pisa come professore, poi viene chiamato a Ginevra come consulente della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Dal 1955 entra all’ENI come consigliere economico di Enrico Mattei. Da Adriano Olivetti Fuà apprende che ciò che conta è costruire una comunità; con Mattei sperimenta l’importanza dell’avere una squadra. Decisivo il suo impegno per la costituzione di una facoltà di economia nella sua città natale. Anche grazie ai suoi contatti con Carlo Bo, allora rettore dell’Università di Urbino, e con il giurista Franco Pastori, che, nel medesimo ateneo sarà il primo preside, nel 1959 riesce ad aprire la facoltà come sede distaccata di Urbino. Dopo alcuni anni, nel 1969 viene unità alla facoltà di ingegneria creando la “Libera Università di Ancona”. Dalla sua istituzione fino al1997 insegna in questa facoltà, coinvolgendo molti altri esperti italiani. Il 26 gennaio 2002 l’università dedica la facoltà di economia e commercio a Giorgio Fuà. Nel 1967 fonda, sempre ad Ancona, l’ISTAO (Istituto Adriano Olivetti di studi per la gestione dell’economia e delle aziende) con l’obiettivo di creare una scuola di alta specializzazione post-laurea, che ora ha sede a Villa Favorita, sempre ad Ancona. Dal 1983 al 1986 è presidente della Società italiana degli economisti, e dal 1986 è socio dell’Accademia dei Lincei. Nel 1988 fonda l’Associazione italiana per la collaborazione tra gli economisti di lingua neolatina, di cui è presidente fino al 1994. Riceve la laurea honoris causa dall’Università di Camerino nel 1993, e dall’Università autonoma di Madrid nel 2000.
Fuà si spegne ad Ancona il 13 settembre 2000 all’età di 81 anni.
La fondazione Giorgio Fuà, che conserva l’archivio/biblioteca privato omonimo, si costituisce il 23 ottobre 2010, ed è situata presso l’omonima facoltà di economia dell’Università Politecnica delle Marche in piazza Martelli ad Ancona. L’archivio comprende documentazione che va dal 1890 circa al 2000, per un totale di 60 metri lineari circa. E’ stato consegnato all’allora Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche, una sorta di elenco di consistenza dell’archivio, redatto dal prof. Roberto Giulianelli, autore dell’opera “L’economista utile: vita di Giorgio Fuà”, presentata lo scorso 20 novembre 2020 presso la facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche
Da questo si evince che una parte consistente della documentazione riguarda la corrispondenza intrattenuta da Giorgio Fuà, Erika Rosenthal, e i genitori di Giorgio Elena Segre, la madre e Riccardo Fuà, fra il 1940 circa e gli anni settanta, oltre a documenti dell’Associazione Donne Ebree Italia (ADEI), della cui sezione di Ancona Elena Segre fu per molti anni presidente a partire dalla fine della seconda guerra mondiale; è presente, inoltre, carteggio relativa alla carriera universitaria di Giorgio Fuà e al suo impegno nell’ambito della Comunità Economica Europea, alla contabilità e al patrimonio personale e di famiglia, alle pubblicazioni di Giorgio Fuà, al materiale autobiografico di Riccardo Fuà, alla corrispondenza tra Elena Segre e Riccardo Fuà, a quella con Daniele e Corrado Fuà, oltre a numerose fotografie e ritratti individuali e di famiglia, anche della fine dell’Ottocento, con parte dei quali la fondazione ha allestito, presso la propria sede, una mostra fotografica permanente su Giorgio Fuà, appunto, esposta all’Accademia dei Lincei, fra il 2012 e il 2013.
L’archivio sarà oggetto di un intervento di riordino, inventariazione, digitalizzazione e promozione finanziato dall’Università Politecnica delle Marche, che ha l’obiettivo di realizzare una mostra digitale che racconti la figura dell’economista anconetano Giorgio Fuà nel suo percorso che l’ha condottone 1959 alla fondazione della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, dove ha continuato ad insegnare fino al 1997.