Il progetto, sviluppatosi nella fase emergenziale che ha seguito gli eventi sismici del 2016/2017, ha coinvolto l’allora Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche nella sua interezza, avendo colpito vaste zone di entrambe le regioni. Il personale è stato immediatamente mobilitato e, forte dell’esperienza già acquisita, purtroppo, in occasione dei precedenti terremoti, si è reso disponibile ed ha partecipato alle principali attività messe in cantiere nei comuni colpiti, per poter recuperare e salvare gi archivi danneggiati. Quelle attività sono diventate il progetto Sisma 2016, che di seguito si racconta, così come si è raccontato due anni dopo.
Tra il silenzio delle macerie i documenti vivono
A due anni dal sisma che ha colpito le nostre regioni la Soprintendenza rendiconta alcuni salvataggi.
La Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche dal 24 agosto 2016 si è trovata a dover fronteggiare le conseguenze di un evento tanto imprevedibile quanto sconvolgente quale è il terremoto. Il primo pensiero è subito andato a coloro che sono stati tanto duramente colpiti dal dramma, ma immediatamente dopo l’essere “professionisti dei beni culturali” ha fatto sì che il nostro operare si focalizzasse su quello che è il nostro compito istituzionale: la tutela e la salvaguardia del patrimonio archivistico e bibliografico. È stato creato, pertanto, un gruppo di lavoro operativo per le due regioni di competenza, costituito da 12 unità tutte provenienti dalla sede di Perugia.
I funzionari della Soprintendenza sono stati, da subito, presenti sul territorio per far sentire alle popolazioni colpite che non erano sole e che ognuno, secondo le proprie competenze, stava lavorando per loro. La nostra presenza era, e lo è tuttora, importante per cercare di infondere in tutti la consapevolezza che il patrimonio archivistico e bibliotecario, al pari di quello artistico e monumentale, è un bene inestimabile che va protetto, mettendo in campo tutte le forze necessarie per salvaguardarlo e tutelarlo al meglio per custodirlo anche per le generazioni future.
Con questa iniziativa vogliamo raccontare alcuni degli interventi che abbiamo portato a termine, senza tenere conto dei numerosi sopralluoghi effettuati e dei tanti lavori ancori in corso anche perché, mentre scriviamo, lo stato di emergenza, dichiarato dal Consiglio dei Ministri il 25 agosto 2016, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2018.
Le ispezioni hanno evidenziato la necessità, per una buona parte degli archivi e delle biblioteche visitate, del trasferimento in sedi più idonee alla loro conservazione, ma, ad oggi, si è potuto procedere al trasferimento o allo spostamento delle carte solo in alcuni casi. Le operazioni di trasferimento, sono state effettuate in accordo con i VVFF, con l’ICPAL, (Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario), con i Segretariati regionali del MiBACT di Marche e Umbria, con il Nucleo Tutela patrimonio culturale di Perugia, relativamente all’Umbria, e quello di Ancona per il territorio marchigiano e, in alcune occasioni, ci si è avvalsi anche dell’aiuto dell’Esercito.
Nel territorio marchigiano le operazioni di recupero e messa in sicurezza di documenti e materiale librario sono state dirette, per quanto di competenza, da Alessandro Bianchi, Emma Bianchi, Gianluca Pistelli, Fabrizia Trevisan e Letizia Vecchi. Sono stati effettuati interventi di trasferimento degli archivi comunali di Amandola, Arquata del Tronto, Ripe San Genesio, di parte di quello di Ussita, dell’archivio storico comunale di Visso e dell’archivio privato Cruciani Fabozzi di Amandola. Nel Comune di Castelsantangelo sul Nera sono stati spostati l’archivio e la biblioteca del Monastero di San Liberatore e, in quello di Ussita, anche la biblioteca privata del cardinale Gasparri.
In Umbria, le località più colpite sono state Cascia, Norcia e Preci dove i trasferimenti, destinati a tutelare il materiale documentario, sono stati diretti dai funzionari Giovanna Bacoccoli, Alessandro Bianchi e Anna Angelica Fabiani, relativamente al patrimonio bibliografico da Letizia Vecchi.
A Norcia sono state recuperate e trasferite le carte degli archivi storico comunale, con i fondi aggregati, di deposito, notarile, giudiziario antico e l’archivio della Diocesi, al cui trasferimento ha collaborato anche Simona Cambiotti. Quest’ultimo è stato oggetto di un importante intervento di risanamento, per la parte di carte danneggiate dall’acqua, diretto da Rosella Martinelli con la collaborazione di Anna Angelica Fabiani e Patrizia Zucchetti. Sono stati rimossi dalla loro sede originale anche l’archivio del Distretto Valnerina-Norcia USLUmbria2, una parte dell’archivio della Comunità montana di Norcia e l’archivio storico del Comune di Preci e i fondi aggregati.
Tutti gli interventi sono corredati da un consistente apparato fotografico, che costituisce una preziosa testimonianza dell’attività svolta.
Grande disponibilità e collaborazione, in questa prima fase emergenziale, è stata fornita dagli Archivi di Stato delle due regioni, i quali hanno messo a disposizione le proprie sedi e il proprio personale per accogliere la documentazione. Nello specifico si sottolinea la fattiva collaborazione, per la regione Marche, degli Archivi di Stato di Ancona, Ascoli Piceno e Pesaro. In Umbria va sottolineato il professionale e prezioso contributo prestato dalla Sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato di Perugia.
Per notizie più dettagliate sugli interventi sopra descritti sono stati redatti degli articoli che si possono consultare in questo sito e dei video visibili nella nostra pagina Facebook.